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Paul Bert e John Scott Haldane
dobbiamo le conoscenze attuali in materia di decompressione a due scienziati dell’800,
Paul Bert e John Scott Haldane.
I loro esperimenti, portarono alla definizione di relazioni matematiche, poi impiegate negli algoritmi dei nostri odierni
computer subacquei.
Il medico e professore universitario francese Paul Bert intuì per primo che la malattia da decompressione era dovuta
all’eccesso di azoto disciolto nei tessuti e a un procedimento decompressivo troppo rapido.
Ma il contributo più determinante ai successivi sviluppi della teoria decompressiva fu dato dal fisiologo scozzese John
Scott Haldane, considerato il padre delle moderne teorie decompressive.
Haldane iniziò quindi a interessarsi assiduamente alla malattia dei cassonisti, e a condurre test e verifiche in laboratorio.
Egli schematizzò l’organismo secondo “compartimenti”, ovvero insiemi di tessuti che hanno simili caratteristiche rispetto
alla velocità di assorbimento e rilascio dei gas.
Quindi stabilì poi il suo principio più importante, quello che chiamò “rapporto di sovra-saturazione critica”, cioè il massimo
valore ammissibile della variazione di pressione alla quale può essere sottoposto l’organismo umano per non riportare
incidenti.
In base alle sue scoperte, intuizioni, approssimazioni e alla suddivisione dei tessuti in compartimenti, Haldane fu in grado
di elaborare le prime tabelle decompressive, che vennero accettate universalmente e immediatamente applicate alle
immersioni dalla Marina Militare Reale Britannica e dalla Marina Americana.

Robert Workman ( MAX tensione di inerte)
Il lavoro del dott. Workman fu sviluppato dal 1956 nell’ambito del team di ricercatori dell’Unità Sperimentale Subacquea
della Marina statunitense (NEDU). Il rapporto di Haldane venne rimpiazzato da Workman con un parametro limite, detto
valore “M” (Maximum), dove M è il valore della massima tensione di inerte accettabile in un dato compartimento affinché
non si sviluppi la malattia da decompressione. M non è un valore costante ma dipende dal compartimento considerato e
dalla profondità. Egli lavorò su 9 compartimenti.
Bühlmann
Il professor Bühlmann fece ulteriormente evolvere il lavoro di Workman, generando una versione ancor più conservativa
dei valori M, in particolare per i tessuti intermedi, e rendendoli validi anche per immersioni in altura, e non solo al livello
del mare.
Il modello messo a punto dal professor Bühlmann riscosse un enorme successo applicativo, ed è stato utilizzato nei
primi computer subacquei sviluppati e commercializzati fin dagli anni ottanta, e nella maggior parte di quelli oggi
esistenti.
E’ grazie a questi Uomini ed al loro lavoro, se oggi giorno pratichiamo con maggiore sicurezza le nostre
immersioni